La nostra quotidianità è ormai proiettata verso la ricerca di soluzioni che ci consentano di essere sempre connessi, di effettuare operazioni in velocità, con maggiore precisione e, soprattutto, in sicurezza. Già da diversi anni l’innovazione nel settore delle telecomunicazioni ci ha messo a disposizione modalità di connessione veloci e funzionali a svolgere un’ampia varietà di funzioni, dalle più semplici a quelle più complesse e strategiche. Il 5G, con l’obiettivo di ottenere una maggiore efficienza e versatilità nel supporto delle applicazioni di rete, nasce proprio con l’idea di connettere “tutto con tutto”, e si prevede che le nuove reti saranno utilizzate principalmente come internet service provider generale, rendendo così possibili nuove applicazioni nell’Internet of Things (IoT) e nelle aree machine-to-machine.
In questo contesto, anche i droni, se connessi al 5G, vedono un aumento notevole delle proprie potenzialità, con il vantaggio di poter svolgere in modo più efficiente e sicuro anche più operazioni rispetto a quelle che già normalmente sono in grado di effettuare.
Droni e 5G in una grande sperimentazione
La connessione alla rete globale aumenta quindi notevolmente le potenzialità di strumenti che usiamo ogni giorno. È da questo assunto che è partito il grosso progetto di sperimentazione sul 5G avviato dalla cordata fra Ministero dello sviluppo economico (MISE), Vodafone e Huawei, che nel 2017 ha indetto una gara per coinvolgere i migliori player tecnologici a sperimentare questa nuova tecnologia, dando in concessione alcune frequenze libere, e che ha visto Italdron direttamente coinvolta nello sviluppo e messa a punto di droni collegabili alla rete.
A differenza dei normali test di rete effettuati con le altre tecnologie, come 3G o 4G, le cose sono state fatte decisamente più in grande: l’obiettivo era cogliere tutte le opportunità legate a questa soluzione innovativa.
«Sono stati creati ben 40 casi di utilizzo, basati su prodotti che in quel momento non erano connessi alla rete, in modo da testarne le performance in questo contesto e far sì che operassero in modo più efficiente», dice Stefano Russo, CTO e Cofounder di Italdron, in prima fila nella sperimentazione.
Per i droni sono stati individuati scenari diversi, in settori dove il loro utilizzo con il 5G potesse fare veramente la differenza. La sperimentazione ha coinvolto anche i cosiddetti end-users, permettendo di mostrare l’applicabilità su determinati settori del mercato tramite casi pratici di utilizzo e i notevoli vantaggi che si potrebbero raggiungere in ogni scenario. Sui droni sono stati quindi inseriti apparati 5G, per permettere una connessione molto veloce alla rete, che hanno dato l’opportunità di fare operazioni che non sarebbe stato possibile fare senza di essi.
Dalla diretta televisiva con Sky, con una qualità video 4K paragonabile a quella di un film e con una latenza bassissima tale da mostrare le immagini in tempo reale, alla sorveglianza effettuata su zone problematiche con la Polizia di Milano, [alla digitalizzazione in 3 dimensioni di antenne BTS per Vodafone Stessa], le potenzialità sono davvero numerosissime.
«Le immagini rilevate dalla telecamera del drone usato per la sorveglianza, ad esempio, confluiscono in una stanza di controllo che potrebbe essere anche a centinaia di chilometri di distanza, ma sono visibili in tempo reale, e chi le guarda può dare indicazioni su come può direzionare la telecamera», specifica Russo.
E ancora più interessante è stata la sperimentazione con l’Ospedale San Raffaele di Milano per il trasporto veloce di materiale organico, come provette di sangue e campioni di organi, una delle azioni che oggi sono effettuate mediante elicotteri e che trarrebbero grande beneficio dalla messa in opera di droni con un sistema efficace di connessione.
5G e droni: quali potenzialità?
Se per i media l’attenzione sul 5G è una novità degli ultimi anni, per gli addetti ai lavori è una realtà già da tempo, seppur nascosta e riservata alla sperimentazione di chi ne sta testando le opportunità. Questa soluzione abilita nuovi modelli operativi applicabili in svariati ambiti, come l’intrattenimento per la ripresa in alta definizione di immagini dall’alto oppure l’ispezione e il monitoraggio di impianti e infrastrutture critiche nell’Industria 4.0.
Italdron in questo contesto ha avuto l’occasione di sviluppare parte dell’elettronica e il software del droneper i programmi di volo in 5G, integrandoli nei prodotti ora a listino.
«Prima si usava una connessione analogica, ora abbiamo uno schermo in radiocomando e grazie alla tecnologia 5G un utente “remoto” può collegarsi e vedere esattamente quello che vede la telecamera del drone, fino a pilotare il drone stesso», dice Russo.
Disporre di un drone completamente connesso significa vedere immagini con alta risoluzione in tempo reale, impartire comandi che vengono ricevuti dal drone con una bassissima latenza e, proprio per questo, dare garanzia di sicurezza e affidabilità nel gestire un drone, spesso anche pesante, che necessita di una elevata reattività al comando.
«Il mondo del drone viene rivoluzionato, mediamente, una volta ogni anno e mezzo, con un ricambio di efficacia e funzionalità molto veloce. Nel 2017 si iniziava a parlare di droni per la sicurezza, oggi stiamo mettendo a listino il primo drone collaudato sul campo per questo scopo, con un’autonomia nel processo possibile grazie alla potente e complessa infrastruttura 5G che c’è dietro».
Un passo importante per la normativa
La tecnologia 5G diventa inoltre abilitante per una serie di applicazioni che prima non erano concesse, aprendo le porte ad una serie di potenzialità strategiche. La garanzia di sicurezza fornita dalla rete rende possibili operazioni importanti, come la sorveglianza, il trasporto urgente di prodotti salvavita che sarebbero effettuabili mediante il volo oltre la linea di visibilità (BVLOS).
Il drone connesso alla rete 5G è, infatti, legato a doppio filo al volo BVLOS, che attualmente non è realizzabile se non per operazioni più complesse e rigidamente regolamentate e che non sono previste per il mondo civile se non in via sperimentale.
«Quando abbiamo chiesto ad ENAC l’autorizzazione per svolgere le attività della sperimentazione, che la normativa non avrebbe consentito in condizioni normali, hanno riconosciuto che questa tecnologia ha effettivamente un grosso potenziale abilitante verso il volo BVLOS, perché nessuna delle modalità ora utilizzate per la trasmissione dati è così affidabile come il 5G», dice Russo.
Il rilascio del permesso di effettuare i voli, infatti, si basa su una attenta valutazione dei rischi di ogni peculiare situazione, rischi spesso legati alla perdita del segnale, che può rendere difficile comandare il drone causando incidenti. Il 5G, grazie alla sua complessità e solidità, può in questo senso dare garanzie nella continuità di comunicazione con la rete in maniera costante, riducendo drasticamente i fattori di rischio.
A livello normativo, quindi, già nel prossimo regolamento che entrerà in vigore a Gennaio 2021 ci potrà essere un allargamento delle opportunità e la connessione 5G a bordo del drone darà maggiori possibilità di effettuare voli BVLOS. Questo aprirà scenari di utilizzo molto importanti, gli stessi cui il mercato stesso è da sempre interessato e che rappresenterebbero anche le modalità di utilizzo più sensate per un drone.
Droni, 5G e opportunità: verso una maggiore consapevolezza
Oggi che la tecnologia è matura e l’opportunità di utilizzare il 5G è finalmente concreta, il vero anello mancante è il fattore umano.
«Il limite attuale è la mancanza di cultura e conoscenza dei droni», spiega Russo. «La paura nasce nel momento in cui non si conosce qualcosa, ma quando se ne identificano pregi e limiti se ne capiscono poi anche le potenzialità», e in questo è inclusa la percezione che il normatore ha nei confronti di questa tecnologia.
Da come si usano a quali utilizzi permettono, dal perché non bisogna averne paura a come sfruttarli al meglio, la conoscenza dei droni è ancora all’inizio del suo percorso. E non solo per la gente comune, ma anche per gli addetti ai lavori, che spesso non sanno come possono essere utilizzati e non ne sfruttano bene e appieno le funzionalità. In un momento storico dove l’informazione è costellata anche di vene complottiste sia sull’utilizzo dei droni che del 5G, non desta stupore il fatto che ci sia ancora molto bisogno di fare una massiccia opera di divulgazione costruttiva su questi argomenti.
Il grosso dell’opera, oggi, è far conoscere la tecnologia nei suoi usi positivi e comunicare efficacemente che il drone non è responsabile del tipo di utilizzo, bensì un mezzo per svolgere in maniera più efficiente, sicura ed economica alcune operazioni importanti, che con il 5G diventano ancora più fattibili.
È necessario quindi insistere su questo aspetto, educando gli addetti ai lavori e utenti finali, grazie alla vasta offerta di formazione che le aziende stesse fanno dal livello più semplice ai corsi più specialistici, come Italdron Academy che eroga il 40% degli attestati presenti in Italia. «Ma anche divulgando la cultura aeronautica del drone attraverso i media, le associazioni e le comunità, che crescono sempre di più diventando punti di aggregazione e di veicolazione dell’informazione sulle nuove tecnologie in questo campo», conclude Russo.
Intervista rilasciata da Stefano Russo (Italdron) a Nicolle Ticchi (Assorpass).
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